2 GENNAIO 2019
Il vento dell’Est spira sull’Europa
Da lì si risvegliano fede e identità

L’Europa occidentale guarda a Est
La frase ritorna ciclicamente nella cultura europea. E sembra tornare anche oggi, dove molti movimenti sovranisti europei vedono nell’Europa orientale non solo un modello ma anche l’area da cui attingere idee, prospettive e programmi sul futuro del Vecchio Continente. Per molte aree conservatrici dell’Europa occidentale, è a oriente che bisogna guardare per riscoprire le radici culturali e politiche delle prossime battaglie.
E non è un caso che sia proprio il cosiddetto Gruppo Visegrad a rappresentare la spina nel fianco dell’Unione europea e ai cui leader e programmi si ispirano i movimenti più euroscettici. Come non è un caso che molti movimenti e gran parte del movimento della nuova destra europea volge lo sguardo a Mosca più che in altre capitali occidentali.
C’è un nuovo modo di considerare l’Europa. E anche questa volta, torna come un avvertimento quella frase, quel “ex Oriente lux” che sembra essere una costante del Vecchio Continente. Ma con alcune precisazioni che occorre tenere presente per non cadere nell’errore di pensare non solo di imitare certi modelli, ma anche di considerarli perfettamente sovrapponibili.
Identità nazionale e religione
A dimostrarlo, sono le ricerche del Pew Research Centre sul rapporto fra religione e identità nazionale e le differenza fra Europa occidentale e orientale. Come spiegato dall’istituto di ricerca americano, “in molti Paesi dell’Europa centrale e orientale, la religione e l’identità nazionale sono strettamente intrecciate. Questo è vero specialmente negli ex Stati comunisti, come la Federazione russa e la Polonia, dove la maggioranza della popolazione sostiene che essere ortodossi o cattolici è importante per essere ‘veramente russi’ o ‘veramente polacchi’. È anche il caso della Grecia, dove la Chiesa ha avuto un ruolo centrale nella lotta per l’indipendenza dall’impero ottomano e dove oggi tre quarti degli intervistati (76%) afferma che essere ortodossi è importante per essere ‘veramente greco’”.
Al contrario, come riportano le analisi dell’istituto di ricerca, In Europa occidentale “la maggior parte delle persone non ritiene che la religione sia una parte importante della propria identità nazionale. In Francia e nel Regno Unito, per esempio, la maggior parte afferma che non è importante essere cristiani per essere veramente francesi o veramente britannici”.
Prospettive totalmente diverse che però si ripercuotono inevitabilmente anche nei programmi di governo, nei rapporti fra Stato e Chiesa e anche nelle radici culturali e storiche su cui si fondano movimenti e leader che puntano a prendere in mano le redini di questi Paesi. In Europa dell’Est, i leader che oggi vengono considerati come simboli del sovranismo si interfacciano con realtà molto più legate alle radici storiche e religiose del proprio popolo. E questo aiuta a utilizzare messaggi, esempi e modelli che in Europa dell’ovest sarebbe difficilissimo da far accettare.
E questo rapporto est-ovest sulla religione può essere riproposto in maniera assolutamente identica sull’appartenenza nazionale. Ad esempio, il Pew Center riporta un altro dato, quello dello sciovinismo culturale. “I sondaggi hanno chiesto agli intervistati di tutto il continente se sono d’accordo con la dichiarazione: ‘Il nostro popolo non è perfetto, ma la nostra cultura è superiore agli altri’. Anche se ci sono eccezioni, i cittadini dell’Europa centrale e orientale sono più inclini a dire che la loro cultura è superiore. Gli otto Paesi in cui questo atteggiamento è prevalente sono tutti geograficamente in Oriente: Grecia, Georgia, Armenia, Bulgaria, Russia, Bosnia, Romania e Serbia”.
I sovranismi aspettano l’Oriente
Fenomeno che però adesso iniziano ad avere un proprio seguito anche a Occidente, dove leader dei Paesi del Gruppo Visegrad o anche lo stesso presidente russoVladimir Putin ottengono un consenso estremamente importante proprio nell’area sovranista. Un blocco variegato ma unto su alcuni temi e che vede a Est (e non solo negli Stati Uniti di Donald Trump) un riferimento politico e culturale. Bisognerà vedere se, ancora una volta, la frase “ex Oriente lux” avrà un senso nel presente dell’Europa.
http://www.occhidellaguerra.it/europa-est-fede-nazione/?fbclid=IwAR18nM6Rcoh80kV0Fpj8jnlAgaWHUqaqtpMcZyge3uNFVEr39gDWi3ipXKc